Questa esperienza, che ha richiesto un grande impegno sia ai ragazzi che ai loro educatori, è per FAI l’ennesimo esempio del valido e originale approccio formativo che caratterizza la Scuola del Fare; realtà che, attraverso le più diverse proposte -didattiche e non- ha al contempo come obiettivo la formazione professionale e la crescita umana di studenti a rischio di dispersione.

Martedì 24 gennaio presso l’Auditorium San Fedele, in via Hoepli a Milano, è stato proiettato il film   “La Scelta”.

Presentato al Giffoni Film Festival nel luglio 2022, questo cortometraggio di finzione vede come autori e protagonisti un gruppo di ragazzi che frequentano la Scuola del Fare Giulia Civita Franceschi di Napoli, realtà che attraverso la formazione professionale nei settori della logistica e della meccanica accompagna nella crescita formativa adolescenti provenienti da quartieri svantaggiati della città partenopea.

Il film è ambientato in luoghi iconici del Rione Sanità (dalle catacombe di San Gaudioso, a quelle di San Gennaro, dalla Basilica di Santa Maria della Sanità alla Chiesa di San Severo fuori le Mura con la scultura del Figlio Velato di Jago) e si conclude oniricamente alla Casina Vanvitelliana di Bacoli.

Un originale “munaciello” si aggira per le catacombe di San Gennaro, in mano il Libro delle Scelte e del Destino. Si rivolge agli spettatori con una domanda: “nella vostra vita ha scelto il destino o sono state le vostre decisioni a guidarvi?”

La storia è quella di sette giovani protagonisti prigionieri di uno strano gioco che li costringe a una riflessione su passato e futuro. Legalità, vincoli familiari e passioni diventano i temi portanti di tre intensi episodi dove le esperienze di vita reale dei ragazzi risuonano nelle parole dei diversi personaggi e diventano momenti di cinema potente e commovente.

Alla fine della proiezione, i ragazzi -ospiti della serata- sono saliti sul palco per spiegare al pubblico quale fosse stato per loro il senso di quell’esperienza: mettere in scena la storia di una scelta vestendo i panni di un personaggio fittizio, ha significato per molti di loro raccontare un pezzo della propria vita in cui si sono trovati a un bivio, senza sapere quale fosse la direzione giusta da prendere. Nella finzione hanno riaffrontato quell’esperienza dandole un senso nuovo, che in passato non erano riusciti a cogliere.

Il progetto è stato curato da Liberi Svincoli, un collettivo di artisti e formatori, ed è stato realizzato grazie ai contributi di Fondazione De Agostini, Fondazione Alberto e Franca Riva e l’aiuto dei formatori del metodo PVCODE (Video Partecipativo per lo Sviluppo di Comunità), una metodologia che trasforma il fare cinema in un’occasione per ripensarsi e trovare nuove potenzialità, attivando così percorsi educativi di empowerment e sviluppo di competenze relazionali.