“Darsi da fare per gli altri è il primo passo per creare qualcosa di nuovo”
Il 27 ottobre torniamo in visita a Zero% per un aggiornamento con Teresa Scorza, presidente della cooperativa, su quanto fatto dopo il nostro ultimo incontro e per vedere in loco il materiale da cucina finanziato da FAI nel 2022.
Nello spazio concesso in comodato d’uso dal Comune di Milano, in zona Sarpi, la bottega per la vendita al dettaglio di prodotti da filiera etica e sostenibile si sta trasformando. Da due anni a questa parte, infatti, Zero% si rivolge prevalentemente ad aziende: organizza catering – sempre a base di prodotti etici e sostenibili – coffee break, light lunch, aperitivi e snack. Tutte le fasi di consegna, preparazione, catering e servizio è gestita da persone con disabilità, che fanno in questo modo il loro percorso professionale di avviamento al lavoro.
La media è di 3 eventi a settimana – dalle 20 alle 300 persone. Al momento tutto viene preparato nella cucina in Sarpi con un magazzino in zona Comasina, ma stanno lavorando per ingrandirsi e rispondere alla crescente domanda. L’obiettivo del 2024 è quello di riuscire a separare l’attività di catering con un laboratorio esclusivo dedicato. Lo spazio in Sarpi verrà adibito ad eventi, incontri, corsi di cucina ed esperienze di team building.
Il progetto Zero% è nato alcuni anni fa a Milano per offrire un’opportunità di lavoro concreta a persone con diversi tipi e livelli di disabilità, cognitive o psicologiche, che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro. I beneficiari del progetto vengono segnalati da servizi sociali e centri dell’impiego.
Con l’ingresso di altri 4 ragazzi da formare, dai 16 componenti la squadra di Zero% passerà a breve ad un totale di 20, di cui 6 coordinatori.
Anche con l’apertura al nuovo servizio di catering, l’obiettivo rimane sempre quello di accompagnare queste persone nell’inserimento in azienda come categorie protette. Il percorso ha la durata di un anno e prevede un contratto di assunzione part time di 12 mesi, ma già dal terzo mese è possibile capire i problemi, le esigenze e l’indirizzo lavorativo più adatto ad ognuno. Il tasso di occupazione a fine percorso è circa del 70%.
La capacità di re-inventarsi dopo la pandemia, l’espansione avuta in questi anni e l’evidente impatto sociale positivo che questo progetto sta generando, confermano la volontà di FAI nel restare a fianco di questa realtà, sostenendola con finanziamenti mirati alle necessità del momento.