“Volti al futuro con i rifugiati per un nuovo noi“
Presso il Salone della Comunità di Villapizzone, in Piazza Villapizzone 3 a Milano si è tenuta l’inaugurazione della mostra fotografica itinerante “Volti al futuro, con i rifugiati per un nuovo noi”, realizzata in occasione dei 40 anni del Centro Astalli dal fotografo Francesco Malavolta.
Venti scatti di alcuni rifugiati e rifugiate accolti e accompagnati dal Centro Astalli a Roma.
Ha presentato l’evento p. Camillo Ripamonti, presidente di Centro Astalli, la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, un’organizzazione nata nel 1980 su intuizione di padre Pedro Arrupe.
Il titolo della mostra gioca sull’ omografia fra vòlti -nel senso di rivolti al futuro, che può essere interpretato come un monito a noi che dobbiamo guardare a un futuro di convivenza più che a una politica dell’oggi- e vólti, i volti raffiguranti i venti rifugiati che guardano anch’essi a un futuro migliore.
Venti pannelli ciascuno raffigurante un giovane rifugiato che guarda negli occhi chi gli si avvicina. I pannelli sono ad altezza d’ uomo per dare l’idea che quei rifugiati noi li abbiamo di fronte, sono volti in cui specchiarsi e con cui confrontarsi. Alle loro spalle lo sfondo è sfuocato ma permette di intuire un contesto cittadino. Lo sfondo sfuocato della città è simbolo del processo di integrazione in divenire, un processo che spesso per ragioni politiche e burocratiche si realizza a fatica.
«Spesso i rifugiati sono considerati numeri o problemi, noi vogliamo far capire che sono prima di tutto persone che camminano con noi e che con noi vogliono costruire un futuro che sia bello per tutti». (p.Camillo Ripamonti)
Ogni ritratto è accompagnato da brevi didascalie in cui lo stesso soggetto racconta di se: la propria famiglia d’origine, il dramma che si è lasciato alle spalle e l’ha costretto a partire, il proprio sogno e come lo sta realizzando grazie all’accompagnamento del Centro Astalli.
Da questi “incontri” nasce il desiderio di FAI di affiancare il Centro Astalli nel sostegno all’inserimento sociale di questi giovani mediante percorsi di studio da iniziare, o portare a completamento, in Italia (vedi progetto Articolo 34).